ANTENNE
CORTE PER I 20 E 40 m (E H ?)
© by Vittorio
Crapella
i2viu
Mi stavo documentando sulle antenne di nuova generazione chiamate EH e la voglia di provarne una era
tanta ma non
avendo i condensatori variabili ad aria necessari rimandai l'impresa
fino a
quando mi capitò sotto mano un tubo di cartone di 60 cm del diametro di
9 cm.
Pensai a come realizzare i due cilindri a fascia e mi ricordai di avere
un
rotolo di laminato di alluminio adesivo largo 5 cm; lo avvolsi a
spirale
sovrapponendo ogni giro nuovo al precedente per una larghezza di circa
4 cm al
giro fino a coprire il cilindro di cartone per una fascia di 15 cm.
Fra una fascia e l'altra ho lasciato uno spazio di 9 cm. Il problema
ora
restavano le capacità e le bobine e pensai di provare ad avvolgere
della
piattina larga 1 cm dell'impedenza di 300 Ohm fino ad esaurimento del
cartone.
Forai il cartone a due centimetri dal cilindro di alluminio più basso
infilai
la piattina che collegai con due viti di ottone di 4 mm ai due
cilindri.
Avvolsi le spire con la piattina mantenendo la posizione dei conduttori
nello
stesso ordine come collegati ai cilindri (conduttore del cilindro alto
sopra il
conduttore del cilindro basso).
Alla fine del tubo mi ritrovai con avvolto 13,5 spire che a calcoli
fatti in un
secondo tempo la lunghezza della piattina risultava essere di 408 cm.
Saldai un bocchettone femmina SO239,
appoggiai
il tubo sopra il TX (TS830s) e attaccai circa 70 cm di cavo RG58 già
intestato
con PL e lo infilai nell'ingresso del mio accordatore AT230 della
Kenwood. Non
avevo idea di che antenna avessi costruito, scelsi per primo la banda
dei 40 m
provai ad accordare ma non dava risultati degni di continuare e infatti
anche
la ricezione comparata con la LOOP (42 m di perimetro) era davvero
scadente.
Cambiai banda e provai i 20 m (banda CW) dove già al semplice ascolto
capii che
le cose si stavano mettendo meglio; un veloce accordo e tutto andò per
il verso
giusto e da un ROS 1:5 ed oltre scesi ad 1:1. Girai per la banda in
cerca di
qualche OM italiano e subito ascoltai I0SNA Tony di Supino, gli risposi
e con
un po' di meraviglia mi ascoltava 569 senza problemi. Capii che
l'antenna
funzionava e iniziai altri collegamenti con vari G4, ON, EW, MW0IDX/P.
Quest'ultimo operava da Snowdonia (Inghilterra del NORD) con 3W e
dipolo e ci
siamo scambiati un RST reciproco di 579. La mattina dopo alle 07:20
sempre in
CW ascoltavo un K5KG che passava il solito 599 Florida (FL), provai con
un solo
i2viu buttato li, mi fece ripetere e al secondo colpo mi rispose. Alla
sera
alle 18:30 provai anche la SSB a 14,180 Mhz ascoltavo IT9WPI con
segnale 57 lo
chiamai timidamente chiedendo "mi ascolti sono i2viu" e
immediatamente rispose "si che ti ascolto" e mi passò 56. Andava con
una direttiva il suo amico IT9REG con il dipolo non mi ascoltava, io
ascoltavo
lui 55. Tutto questo con
l'antenna di 60 cm
appoggiata sopra il TX dentro casa.
Di certo non ho realizzato la vera EH (ik5iir) come la descrivono chi da qualche anno ha fatto esperimenti (iz7djr) ma anche questa funziona seppure con l'accordatore.
A posteriori ho voluto cercare una spiegazione del perché funziona sui 14 MHz e l'unico ragionamento che mi da una certa conferma logica é questo:
Conoscendo, dalla teoria della EH, che ai morsetti di alimentazione dei sue cilindri si ha circa un'impedenza di 2368 Ohm e sapendo che lo spezzone di piattina é di circa 4 m vicino dunque a 1/4 lambda per i 20 m (considerato anche il fattore velocità della piattina e l'effetto induttanza) forse si può far valere il legame fra Za e Zcavo di adattamento a 1/4 lambda e cavo coassiale di 50 Ohm cioé:
Sostituendo si ottiene Z 1/4 = Rad Quad (2368 x 50) = 344 Ohm ; la piattina usata ha una impedenza di 300 Ohm.
Ho constatato che solo sulla banda dove funziona avvicinandosi (senza toccare l'antenna) con le mani nelle vicinanze del morsetto del cilindro superiore, i segnali ascoltati si affievoliscono quasi a sparire.
CONSIDERAZIONI:
Indipendentemente da che antenna sia questa che ho sperimentato, la
ritengo
degna di essere presa in considerazione in tutti quei casi dove non é
possibile
avere antenne normali.
Immaginate quanti casi dove si vorrebbe trasmettere senza tirare fili
lunghi.
Dopo il successo per l'antenna dei 20 ho deciso di realizzarne una per la banda dei 40 m applicando il discorso dell'adattamento a lambda 1/4. Ho tagliato 810 cm di piattina da 300 Ohm e lo avvolta come si vede qui sotto. Si accordava bene in banda, funzionava ma la sua resa non era decente e casualmente mi sono accorto che in RX aumentava notevolmente i segnali aggiungendo un pezzo di striscia di alluminio alla base del cilindro più basso. La soluzione che migliorò notevolmente l'antenna é stata quella di aggiungere 4 radiali di filo di rame rigido 2 mm di diametro e 30 cm di lunghezza. Dopo l'aggiunta dei radiali l'antenna non aveva più bisogno dell'accordatore e il ROS rimane sotto 1:1,5 per tutta la banda del CW. Queste misure sono avvenute con antenna interna con un cavo di soli 70 cm di RG58 fra ant e TX, ho usato potenze del TX dai 20 ai 50W.
Dopo l'esperienza con l'ant dei 40 ho voluto provare a modificare quella dei 20 mettendo i cilindri a forma di spirale come quella dei 40 e ho avuto un lieve miglioramento soprattutto per quanto concerne il ROS.
Con la stessa tecnica usando un tubo del diametro di 16 cm lungo 1
metro ho
realizzato l'antenna anche per gli 80 m con una piattina lunga 17 metri.
I cilindri a spirale, di lamierino largo 5 cm, risultano formati da 4
spire. I
morsetti di alimentazione dei cilindri a spirale li ho mantenuti ad una
distanza di 12 cm.
Mi pareva troppo bello per finire bene....l'antenna dei 40m funziona davvero bene ma li e solo li sopra il TX, quello che mi ha fatto ricredere sulla bontà di questa antenna é che lavora egregiamente sia in RX che in TX solo se lascio attaccato la discesa esterna della loop che entra in gioco come piano di terra (credo visto che il lato caldo non é selezionato).
Parlando con Enzo DJ0HV, anche lui sperimentatore da anni di antenne corte, imparai che queste antenne si possono chiamare ''ANT FANTASIA'' proprio perché ognuno le realizza a suo modo.