I vari tipi di trasmissioni radio
Mentre leggete queste brevi note,
l'etere che è intorno a noi è pervaso da migliaia di informazioni
trasmesse via
Radio da un punto all'altro della terra, ed anche dallo spazio.
Non si tratta solo
delle
trasmissioni radiofoniche o televisive, vi sono anche notizie,
immagini,
segnali che forse non immaginate nemmeno.
Possiamo iniziare con
il
descrivere tutti questi segnali in tre categorie:
Broadcasting, che
sono le
stazioni di emittenti che trasmettono per intrattenimento, educazione,
propaganda ed informazione del pubblico
Radioamatoriali,
operate da
hobbisti per motivi di studio e di svago
Utility, quelle che
operano
trasmettendo comunicazioni per ascoltatori ben precisi, operando in
modo
professionale, ad esempio per la navigazione aerea o marittima, per uso
scientifico, per telecomunicazioni internazionali, per la diffusione di
notizie
stampa,segnali campione di tempo e di frequenza
Ovviamente le tre
categorie di
radiodiffusione operano ciascuna nell'ambito delle frequenze ad esse
assegnate
a seguito di accordi internazionali.
Chi è il
radioascoltatore (il BCL
o SWL)?
È quella persona che
trae diletto
captando con il proprio apparecchio ricevente le stazioni di
radiodiffusione
dette anche stazioni BC (dall' inglese "broadcasting", ovvero
"che trasmette"), sia italiane che estere. BCL, quindi, significa
"broadcasting listener", in pratica ascoltatore delle emittenti di
radiodiffusione.
RCI, Radio Canada
International,
per esempio, è una emittente BC, e così come RCI ve ne sono moltissime
altre in
ogni angolo della terra che trasmettono negli orari e sulle frequenze
più
disparati, con programmi prettamente locali rivolti all' immediato
circondario
oppure con emissioni dirette all'estero, in dialetti sconosciuti o in
lingue
note.
Varie e diversissime
possono
essere le motivazioni che spingono una persona ad accendere un
apparecchio
radio: la passione per un qualsiasi tipo di musica, lo studio e
l'esercizio
pratico delle più note lingue straniere, la curiosità di conoscere i
rispettivi
punti di vista di ciascuna fonte informativa rifuggendo da qualsiasi
manipolazione (o ricercandola intenzionalmente), lo studio degli usi e
costumi
locali in qualche particolare area geografica, il desiderio di
riascoltare le
voci della lontana terra natia ed altre cento ancora.
Le motivazioni
possono essere
molteplici e tutte valide, ma quello che più conta è entrare
nell'ordine di
idee che, spesso, non intercorre molta strada tra l'accensione della
radio e
l'appassionarsi all'ascolto sistematico delle stazioni di
radiodiffusione, con
difficoltà ben inferiori a quanto si può immaginare. Difatti...
Cosa serve per
ascoltare?
Infatti chi di voi
volesse
dedicarsi a questa interessante ed intelligente attività:
non deve
necessariamente possedere
ricevitori speciali o professionali in unione a sofisticate antenne; le
prime
tappe si percorrono agevolmente pure con il portatile transistorizzato
o con il
classico valvolare casalingo "5 tubi", oramai quasi una rarità, a cui
si aggiunge un filo di rame isolato di una certa lunghezza e teso fuori
dalla
finestra. Avendo a disposizione oltre alla gamma delle onde medie pure
quella
delle onde corte, è possibile, gradatamente, ascoltare circa una
cinquantina di
paesi diversi e un centinaio di emittenti.
non è tenuto a
conoscere varie
lingue oltre a quella natia; non vi sorprenda il fatto che fra le
numerose
stazioni mondiali dotate di servizio estero, ve ne sono tante che
trasmettono
in lingua italiana, vuoi per gli immigrati nella nazione in questione,
vuoi per
la minoranza linguistica autoctona, vuoi ancora direttamente per gli
abitanti
dello "stivale". Per iniziare ad affezionarsi basta, quindi,
ricercare questi programmi in italiano irradiati a ore determinate, per
lo più
serali; più avanti, fatta un po' di esperienza, si acquisisce
padronanza
sufficiente per identificare con certezza stazioni di radiodiffusione
che
trasmettono in altre lingue, stazioni extraeuropee, stazioni locali
africane,
asiatiche e sudamericane. Certamente la conoscenza di una o più lingue
straniere agevola di molto l'attività iniziale, poiché si allargano gli
orizzonti e si è subito in grado di comprendere un maggior numero di
voci. A
questo proposito l'inglese risulta quasi fondamentale, essendo la
lingua
internazionale della radio, come il francese lo è per i servizi postali
e
l'italiano per la lirica; tuttavia con il tempo si superano quasi tutti
quegli
intoppi che all'inizio sembrano insormontabili.
non è obbligato a
rispettare
particolari procedure giuridico-burocratiche, come patenti o licenze,
permessi
o autorizzazioni speciali. Tempo fa, unico adempimento richiesto per
essere in
regola con la Legge ltaliana era quello di aver pagato in famiglia il
canone
che autorizza automaticamente la libera detenzione di un normale
apparecchio
radioricevente. Dal 1998 le cose stanno diversamente; infatti la legge
27.12.1997. n. 449, pubblicata sul supplemento ordinario n. 255/L alla
G.U. n.
302, del 30.12.1997, in vigore dal 1º Gennaio 1998 (Legge Finanziaria),
al capo
III, art. 24, comma 14, così dispone: "A decorrere dal 1º gennaio 1998
sono esonerati dal pagamento del canone di abbonamento e della relativa
tassa
di concessione governativa i detentori di apparecchi radiofonici purché
collocati esclusivamente presso abitazioni private." É in vigore
attualmente il Decreto
del Presidente della Repubblica 27 gennaio 2000, n. 64 che ha
ancora
ulteriormente modificato le modalità di possesso e di utilizzo degli
apprecchi
radiofonici, per il quale è possibile "... detenere ed usare le
apparecchiature radio, portatili o veicolari, solo riceventi, per i
servizi di
radiodiffusione, di radiodeterminazione e di radioamatore, nonché per
il
servizio mobile a scopo di teleavviso personale ...". Tale Decreto è
legge
dello Stato ed è stato registrato alla Corte dei conti il 28 febbraio
2000,
Atti di Governo, registro n. 119, foglio n. 9; non pare però che le
amministrazioni periferiche del Ministero lo conoscano bene, per cui è
buona
norma prenderne atto ed eventualmente fotocopiarlo.
È stato poi
pubblicato sul Suppl.
Ordinario n.282 della Gazzetta Ufficiale n. 300 del 28-12-2001 il DPR
5 ottobre 2002 n. 447 che nella sezione 7, art. 43, riporta: È
libera
l'attività di solo ascolto sulla gamma di frequenze attribuite al
servizio di
radioamatore. Questo significa che, se una volta occorreva
un'autorizzazione
per ascoltare i radioamatori (solitamente detta autorizzazione di SWL),
dalla
data indicata l'ascolto delle comunicazioni tra radioamatori è
assolutamente
libero. E non solo sulle Short Wave (Onde Corte), come l'acronimo SWL
(Short
Wave Listener) farebbe pensare ma su tutte le bande adoperate dai
radioamatori,
dalle microonde alle onde lunghe.
Il 29 Gennaio 2003 il
Consiglio
Superiore Tecnico del Ministero delle comunicazioni ha licenziato il Decreto
Tecnico
applicativo del DPR 5 Ottobre 2001, n.447, che appare l'11 Febbraio
2003
sulla GU della Repubblica Italiana. Questo è l'Art. 9:
I soggetti di cui
all'art. 43 del
dPR n. 447/2001, che intendono ottenere un attestato dell'attività di
ascolto,
possono richiedere, con domanda in bollo conforme all'allegato F,
l'iscrizione
in apposito elenco e l'assegnazione di una sigla distintiva, da apporre
su
copia della domanda stessa o su documento separato conforme al modello
di cui
all'allegato G.
La sigla distintiva
relativa
all'attività radioamatoriale di solo ascolto-SWL (short wave listener )
è
formata da : "lettera I (Italia), numero di protocollo, sigla della
provincia di appartenenza".
Che tipo di radio
ricevitore
utilizzare?
Come già anticipato,
per iniziare
è più che sufficiente il ricevitore casalingo: alla sera sulle onde
medie, o
durante tutto l'arco della giornata sulle onde corte, ci permette di
captare
segnali insperati.
Legittima
aspirazione, per colui
il quale si sente già sufficientemente motivato, è quella di acquistare
un
ricevitore appositamente costruito per l'ascolto BC. Naturalmente qui
iniziano
i problemi, visto che non si è ancora competenti per una scelta
appropriata ci
sono, spesso, delle disponibilità finanziarie limitate ed inoltre il
mercato
offre parecchie alternative di cui molte veramente raccomandabili ed
altre
decsamente da evitare. Il "commuications receiver", meglio se con
lettura di frequenza digitale, avente una copertura continua da 150 kHz
a 30
MHz (dalle onde lunghe alle onde corte), rientra in questa fascia di
esigenze.
Il mercato in questo settore è molto agguerrito, offrendo al giorno
d'oggi
apparecchiature davvero valide in una fascia di prezzo ragionevole.
È indispensabile
un'antenna
appropriata?
Il tema delle antenne
è
affascinante: ci sono dei radioamatori che si dedicano per anni alla
sperimentazione di "aerei", alla ricerca del "dB" (dB =
decibel) in più. Purtroppo le bande BC non rispecchiano la linearità
metrica di
quelle amatoriali (160, 80, 40, 20, 15, 10 metri), non essendo nate a
tavolino,
ma dal riconoscimento, in tempi diversi, di varie frequenze attribuite
a tale
servizio: ne deriva che, in teoria, bisognerebbe erigere, per esempio,
tanti
dipoli quante sono le bande BC esistenti.
Chi poi volesse
sondare il
mercato, per pigrizia o perché poco avvezzo all'autocostruzione,
sarebbe
sconfortato dalla mancanza cronica, in Italia, di antenne appositamente
studiate e realizzate per il BCL. Eppure l'importanza dell'antenna nel
radioascolto è fondamentale; ed allora cosa fare? Qualsiasi ricevitore
si
possieda, occorre munirlo di una buona antenna esterna; in caso di
segnali
forti si potrebbe avere qualche problema con ricevitori di
caratteristiche
medio-basse, tuttavia la costruzione di una antenna filare esterna è
norma
generale.
Questa deve essere
più alta possibile
dal suolo ed avere una lunghezza che si aggiri attorno ai trenta metri,
misura
che in generale è ottimale per qualsiasi tipo di ascolto. Il primo
problema che
si può presentare è la mancanza di uno spazio sufficiente: in questo
caso si
può scendere fino a dieci-quindici metri, usando una discesa monofilare
isolata
posta ad uno dei capi, avendo sempre l'accortezza di installarla nel
punto più
lontano possiblle, ben lontano da parti metalliche che possono
interferire.
Un ripiego dignitoso
può essere l'antenna
verticale, anche se più rumorosa, o l'antenna attiva, entrambe poste
sempre
all'esterno. Nei casi estremi si può installare una antenna interna,
sia filare
che attiva, purché i muri non siano di cemento armato!
Avendo una certa
disponibilità di
spazio, ma spesso è questione di crearselo mentalmente, disturbando,
all'occorrenza, il vicino o adottando del filo smaltato molto sottile
invisibile a distanza ragionevole, sono consigliabili le due antenne
che danno
maggiore affidamento in quei pochi parametri realmemte utili al BCL:
angolo di
ricezione e omnidirezionalità.
In primo luogo la V
invertita:
quindici metri per ogni braccio, con angolo al centro il più vicino
possibile
ai 90 gradi e discesa in cavo coassiale da 50 o 75 ohm sono l'ottimale
per
l'ascolto di tutte le onde corte. La distanza dal terreno delle due
estremità
non dovrebbe essere inferiore ai cinque metri, con il sostegno centrale
più
alto possibile; gli americani la chiamano eufemisticamente "the best
all
purpose all band antenna"...
La seconda è
l'antenna windom,
una filare orizzontale (o a V invertita se ci sono problemi di spazio)
di
trenta metri con presa per la discesa ad un terzo della lunghezza:
funziona
decisamente meglio della semplice filare con presa all'estremità. Di
altro non
si abbisogna se non dopo anni di proficuo ascolto, con più tempo per la
sperimentazione ed il gusto di migliorie.